Dall'Europa agli Stati Uniti l'abbondanza e la diffusione di cibi "spazzatura" si portano appresso una serie di patologie collegate, dal cancro al diabete.
Dall'altra parte si assiste ad un assedio ansiogeno che colpevolizza il cibo, con diete commerciali che puntano a tagliare i chili alla svelta,senza tenere conto della salute e dell'individuo nella sua interezza.
Il pensiero e il piacere del cibo sono connaturati all'uomo.
Le vivande sono cose buone da pensare, oltre che da consumare. Sono segni di aggregazione, di creatività, di amore.
Modifichiamo il pregiudizio sulla condizione dell'obeso, uno stigma sociale che non fa altro che alimentare il problema. Raggiungiamo la consapevolezza della necessità della prevenzione, della ricerca dell'equilibrio e del benessere.
Il tema non è rivolto solo a coloro che soffrono del problema dell'obesità. E' rivolto a tutti, perché tutti siamo in qualche modo prigionieri delle nostre ossessioni, delle nostre ansie, delle nostre consolazioni.
Tutti abbiamo bisogno di uscire da una qualche prigione. E lo possiamo fare solo attraverso la consapevolezza e il riconoscimento della bellezza.
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